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MONTE SANT'ANGELO E IL SUO SANTUARIO NELL'UNESCO

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Il Santuario micaelico di Monte Sant’Angelo è il monumento attorno al quale è incentrato l’inserimento della città di Monte Sant’Angelo nel sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.c.)”, da oggi nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Si tratta dunque di un inserimento caratterizzato da una dimensione storico-religiosa, mentre gli altri sei centri del sito seriale (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio-Torba, Campello, Spoleto, Benevento) sono presenti per dimensioni culturali, storico-architettoniche, politico-istituzionali e civili.

Il Santuario Micaelico del Gargano, definito dallo studioso tedesco Gregoriovius (1821-1891) «metropoli del culto dell’Arcangelo in Occidente», rappresenta uno dei pochi loca sanctorum altomedievali ancora leggibili, caratterizzato da una continuità storico-cultuale e da una intensa frequentazione sino ai giorni nostri.
Esso, tra VII e VIII secolo, divenne il segno tangibile di un intenso  rapporto tra l’Angelo guerriero e il popolo dei Longobardi giunti sul Monte Gargano..
I Longobardi ritrovarono in San Michele alcuni elementi congeniali alla loro sensibilità e fantasia, attributi e caratteristiche già legati al dio pagano Wodan, considerato dai popoli germanici dio supremo, dio della guerra, psicopompo, protettore di eroi e guerrieri.
 
Il Santuario sotto i Longobardi fu oggetto di importanti interventi strutturali e architettonici, finalizzati ad una migliore accoglienza dei numerosi pellegrini.
Ulteriore segno tangibile del legame privilegiato tra i Longobardi e il Santuario garganico il corpus epigrafico conservato sulle strutture murarie, costituito da circa duecento iscrizioni, incise o tracciate a sgraffio, l’unico corpus epigrafico longobardo sinora rinvenuto in Italia.
L’iscrizione di Monte Sant’Angelo e del suo Santuario nel sito seriale dell’Unesco rappresenta un punto di arrivo importante da cui la città di Monte Sant’Angelo potrà ripartire per rilanciare la storia del Santuario e per puntare ancora una volta sul patrimonio indotto dal Santuario stesso come volano dello sviluppo. Tale iscrizione contribuirà sicuramente ad una piena valorizzazione della storia, delle tradizioni, della cultura non solo di Monte Sant’Angelo ma della Daunia e della Puglia intera, affiancandosi agli altri due siti pugliesi già dichiarati patrimonio dell’Unesco: Alberobello e Castel del Monte.

Si tratterà dunque di una importante ricaduta non solo sul piano culturale, ma anche dello sviluppo economico in vista di una intensificazione dei flussi di turisti e pellegrini sul Gargano. Pellegrinaggi non solo religiosi, ma anche di tradizione colta che potranno portare ad una rivisitazione e ad un approfondimento dei 15 secoli di storia del Santuario, con particolare attenzione ai secoli settimo e ottavo che rappresentano il cuore dell’epoca longobarda in Italia.

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