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L'Età Angioina

Carlo d'Angiò, il vincitore degli Svevi per conto del papato, fu il grande devoto e benefattore del Santuario e, anche se la dominazione francese fu complessivamente negata per l'Italia meridionale, verso la Basilica e la Città egli fu munifico e straordinariamente benevolo.

A lui si deve l'attuale sistemazione del Santuario e l'accesso "in discesa" dal lato sud attraverso un'ampia scalinata segnata da grandi arcate laterali, anticamente sepolcreti di famiglie gentilizie del Gargano, che continuano nel cosiddetto atrio interno. La ristrutturazione angioina si completa nella grande navata praticamente addossata alla grotta nel cui abside si trova l'altare barocco di fine seicento per la custodia dell'Eucarestia.

A Carlo si deve anche la costruzione, iniziata nel 1274, del grande campanile, eretto per ringraziamento della conquista dell'Italia meridionale, opera degli architetti Giordano e Maraldo di Monte Sant'Angelo e che richiama straordinariamente le torri del federiciano Castel del Monte.

Nè meno benevoli del re francese furono i suoi successori che portarono a compimento la sistemazione già iniziata. Nella Basilica fu battezzato re Carlo III di Durazzo, nato appunto nel castello di MOnte Sant'Angelo.

Ed intanto continuavano i pellegrinaggi ma si perpetrarono anche diversi saccheggi e spoliazioni ad opera degli stessi regnanti o dei predatori Turchi che terrorizzavano le coste pugliesi e, talora, riuscirono a salire fino a Monte Sant'Angelo.

La memoria storica, dopo l'icona bizantina in rame dell'VIII - IX sec., parla di due statue dell'Arcangelo, l'una in oro e l'altra in argento depretate e fuse  per battere moneta. Quella attuale, in marmo bianco di Carrara, sisale agli Aragonesi, costruita per impegno del gran condottiero Consalvo di Cordova ed attribuita ad Andrea Cantucci, detto il Sansovino.

Il Santuario custodisce anche numerose reliquie di santi martiri in una apposita cappella. Gran parte furono portate da Roma nel 1615 ad opera dell'Arcivescovo di Manfredonia, Mons. Annibale Serughi dei Gimnasiis. E' da notare la presenza delle reliquie di tre papi martiri dei primi secoli: papa Alessandro I, martirizzato nell'anno 117, papa Cornelio Romano, martirizzato nel 253 e infine papa Felice I che subì il martirio nellanno 274.

 

 

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